Può capitare a tutti di sentirsi ansiosi qualche volta, è del tutto normale. La situazione si fa ben diversa, però, quando ansia, stress, agitazione e preoccupazioni diventano insistenti, o quando compaiono in maniera del tutto casuale nella vita quotidiana, senza nessun motivo logico che le possa giustificare.
In questi casi, tali manifestazioni possono essere il segnale della presenza di un disturbo concreto, che va indagato a fondo per essere messo a tacere, in particolar modo se la comparsa di questi sintomi è in grado di pregiudicare la serenità della persona e il suo quieto vivere.
Cos’è l’ansia
In condizioni di normalità, ossia quando ci si sente ansiosi per un motivo evidente, come negli esempi descritti in precedenza, l’ansia costituisce una sorta di strumento di difesa fisiologico dell’uomo.
È appunto una reazione del tutto normale, presente nell’uomo così come, seppur con le dovute differenze, negli animali.
Di fronte a una minaccia, il cervello percepisce il pericolo e innesca una serie di reazioni per mettere il corpo in condizione di reagire e mettersi in salvo.
Ad esempio, il sangue viene dirottato verso gli arti, i muscoli si irrigidiscono per essere pronti a scattare, vengono ridotte le funzionalità del sistema immunitario e dell’apparato digestivo per concentrare tutte le risorse laddove sono più necessarie in quel momento, la frequenza cardiaca aumenta, così come la respirazione e la sudorazione. Tutti questi movimenti involontari sono fondamentali per la salvezza della persona.
Non è un caso che si dica che quando si prova paura per una situazione di pericolo, si riesce a trovare una forza fisica che in condizioni normali non si riuscirebbe a esercitare!
Tuttavia, ci sono casi in cui il cervello non distingue quello che è un pericolo reale e concreto da ciò che non lo è, mettendo così in moto questo meccanismo di difesa anche quando non serve. L’esempio più banale è il presentarsi a un esame senza sentirsi del tutto preparati, o a un colloquio di lavoro sentendosi non all’altezza di quel ruolo.
In queste situazioni, quella che dovrebbe essere una forma di difesa, si trasforma, al contrario, in una fonte di disagio e malessere.
A partire da questo presupposto si crea una distinzione tra ansia fisiologia e ansia patologica.
Ansia fisiologica e ansia patologica: quali differenze?
Si definisce ansia fisiologica l’attivazione di tutte le risorse a disposizione, ovvero quell’insieme di reazioni che consentono alla persona di mettere in atto comportamenti necessari per l’adattamento alla situazione di pericolo.
L’ansia fisiologica, come anticipato, è una manifestazione del tutto naturale ed è necessaria per il compimento di determinate azioni, per l’adattamento all’ambiente mutevole in cui si vive e per far fronte alle situazioni di pericolo. L’ansia fisiologica è propria, in modo del tutto naturale, anche di alcune specifiche fasi della vita delle persone:
- nei bambini, quando vivono l’esperienza del distacco dai propri riferimenti (genitori, nonni, maestri)
- negli adulti, quando devono far fronte ai cambiamenti esistenziali tipici dei vari passaggi di fase nella loro vita (il passaggio dal mondo della scuola al lavoro, il trasferimento dalla casa di famiglia a una propria, il matrimonio, ecc.)
- in tutte le persone che sentono la propria esistenza o posizione sociale messe a repentaglio.
È, invece, ansia patologica, l’ansia che si scatena senza che vi siano particolari eventi o condizioni tali da giustificarla, così come nei casi in cui la risposta ansiosa sia sproporzionata per durata e intensità rispetto all’entità della causa.
Si tratta di ansia patologica quando altera le funzioni psichiche della persona e ne ostacola la capacità di adattamento, quando provoca una visione negativa e incerta del futuro.
La sua comparsa può legarsi a quella di altri problemi psichici e può indurre la persona che ne soffre a mettere in atto alcuni comportamenti che ne possono influenzare la normale esistenza, ad esempio l’evitamento di tutte quelle situazioni ritenute pericolose.
Quali sono le cause dell’ansia
Non esiste ancora una totale chiarezza su quelle che possono essere le cause dell’ansia. Tuttavia sono stati individuati alcuni fattori determinanti nello sviluppo della patologia.
Ad esempio, si parla di ansia reattiva quando si manifesta in conseguenza di un avvenimento traumatico. È ansia sociale, invece, quella particolare condizione di paura e disagio che si prova in contesti sociali nei quali ci si sente incapaci, imbarazzati, giudicati o fuori luogo, oppure si teme di essere umiliati dalle altre persone.
In questi casi i fattori scatenanti l’ansia possono essere anche inconsci, ovvero gli avvenimenti che la causano possono appartenere al periodo dell’infanzia e portare poi allo sviluppo del disturbo ansioso nell’adulto.
Più in generale, ecco quelle che a oggi sono state individuate come principali cause dell’ansia.
- Fattori genetici ereditari: in molti casi, le persone che soffrono di ansia hanno uno o più familiari che sono soggetti a questa condizione.
- Fattori Biologici: l’alterazione della produzione di neurotrasmettitori come la serotonina, detta anche ormone della felicità, il GABA, un neurotrasmettitore inibitore, o la noradrenalina.
- Fattori comportamentali: ognuno di noi, in alcuni casi, assume determinati comportamenti in modo del tutto naturale, senza che vi sia una effettiva volontà. Questo perché una parte del carattere umano è innata. Da questo dato si può dedurre che, come la timidezza, anche l’ansia può essere parte del carattere della persona ed emergere in maniera crescente con la sua formazione e le esperienze maturate nel tempo.
- Fattori ambientali: da intendere come l’ambiente quotidiano in cui si vive. Come per i fattori genetici, i genitori possono trasmettere al figlio la tendenza a sviluppare delle forme di ansia anche come imprinting comportamentale. In questi casi, l’ansia mostrata dai genitori può essere vista come il comportamento corretto da adottare.
- Esperienze: è il caso dell’ansia reattiva, ovvero quando l’aver vissuto un avvenimento traumatico può generare ansia, per il timore che la stessa esperienza negativa si possa ripetere nuovamente.
- Eccessive preoccupazioni: non tutte le persone gestiscono le emozioni nello stesso modo. Alcuni riescono a vivere la loro quotidianità con serenità, altri, invece, tendono a rimuginare con sguardo negativo su molteplici aspetti della propria vita, a partire da quelli più basici come lavoro, scuola, famiglia, soldi. Sono preoccupazioni che, per alcune persone, diventano pensieri insistenti, che permangono nella mente a lungo e che possono essere anche del tutto immotivati. La presenza costante e prolungata di queste preoccupazioni può generare ansia.
È evidente che, escluse le possibili cause di origine organica, tutte le altre qua elencate possono coesistere e concatenarsi tra loro.
Le preoccupazioni possono presentarsi in seguito a eventi traumatici vissuti in prima persona o magari da un famigliare o una persona cara. È così che, quando le esperienze negative si sommano e le preoccupazioni aumentano, il volume di tali pensieri diventa così grande da non poter più essere tenuto dentro e cerca una via di sfogo. Si tramuta così in un disturbo ansioso o, in alcuni casi, in attacchi di panico.
Sintomi dell’ansia
Chi soffre di disturbo d’ansia fatica a trovare la serenità. Le giornate si trasformano in un susseguirsi di pensieri negativi e preoccupazioni su qualsiasi aspetto della vita quotidiana. Il lavoro, la famiglia, la scuola: tutto diventa un problema enorme ma il continuo rimuginarci non porta mai a una soluzione concreta. L’incapacità di trovare una soluzione non fa che aumentare l’ansia e con essa i suoi sintomi, che possono essere fisici, mentali e comportamentali.
Sintomi fisici dell’ansia
I più comuni sintomi fisici dell’ansia sono:
- Affanno
- Dolori e tensioni muscolari
- Tachicardia e palpitazioni
- Disturbi intestinali o dolori allo stomaco
- Diarrea
- Senso di oppressione al petto
- Vampate di calore
- Sudorazione eccessiva
- Nodo alla gola
- Vertigini
- Pruriti
- Bocca secca
- Mal di testa.
Questi sintomi possono comparire singolarmente oppure sommarsi per periodi di tempo più o meno lunghi.
La loro comparsa può essere oltremodo dannosa: non conoscendo con certezza la loro origine, la persona potrebbe pensare di avere anche qualcosa che non va sul piano fisico, il che può spalancare la strada a ulteriori preoccupazioni sul proprio stato di salute.
Sintomi mentali dell’ansia
Oltre alle reazioni fisiche, il disturbo d’ansia provoca anche una serie di sintosmi mentali di vario tipo. Come i sintomi fisici, anche questi possono manifestarsi singolarmente oppure sommarsi nello stesso intervallo di tempo.
I più comuni sintomi mentali dell’ansia sono:
- Difficoltà a trovare e mantenere la concentrazione
- Irritabilità e tensione
- Agitazione
- Vuoto mentale
- Depersonalizzazione
- Derealizzazione
- Stordimento
- Apprensione e costante allerta
Paure e fobie
Oltre a questa sintomatologia, chi soffre di disturbo ansioso può sviluppare anche delle paure e delle fobie. Alcune di queste fobie possono essere particolarmente pressanti e possono innescare un pericoloso circolo vizioso, nel quale l’ansia provoca la paura, che a sua volta aumenta l’intensità dell’ansia.
Le paure che vengono riportate maggiormente da chi soffre di disturbo d’ansia sono:
- La paura di morie, o tanatofobia
- La paura di impazzire, o psicopatofobia
- La paura di perdere il controllo.
Occorre anche specificare che il rapporto tra alcune fobie e l’ansia può essere doppio. Le esperienze vissute nel corso della vita possono essere l’origine di alcune paure che, diventando insistenti, possono creare terreno fertile per lo sviluppo di un disturbo d’ansia, indipendentemente dal fatto che abbiano o meno una concreta ragione di esistere. È il caso, ad esempio, della paura di morire.
Sintomi comportamentali dell’ansia
Oltre ai sintomi mentali e alle paure, il disturbo d’ansia può essere fonte anche di alcuni sintomi comportamentali.
Esistono alcuni comportamenti che spesso ricorrono nelle persone affette da disturbo ansioso e sono:
- Ricerca costante di rassicurazione da parte della famiglia, degli amici. Rassicurazioni che, tuttavia, generalmente non riescono in alcun modo a placare le preoccupazioni e i pensieri negativi della persona.
- Ossessiva ricerca della perfezione in ogni azione che si compie. È generalmente lo strumento che si utilizza per coprire una forte insicurezza e una costante paura di fallire o di non essere all’altezza.
- Cercare di sfuggire ai problemi dai quali derivano le proprie preoccupazioni. Un comportamento, questo, estremamente pericoloso: nascondersi dai propri problemi non porterà mai a una soluzione, ma può avere come unica conseguenza il loro aggravarsi.
- Mettere in atto l’evitamento, rimandare continuamente o evitare del tutto quelle situazioni che possono generare disagio, come possono essere una verifica, un esame o una trasferta di lavoro.
- Cercare di bloccare o ridimensionare le proprie preoccupazioni. Potrebbe sembrare un comportamento positivo, ma l’unico effetto che si ottiene è il concentrare tutta l’attenzione sui pensieri negativi per tutto il tempo.
Se riconosciuti, tali comportamenti possono essere un campanello d’allarme, il segnale che c’è qualcosa che non va e che è opportuno indagare.
Ansia e attacchi di panico
Quando l’ansia si fa crescente, i pensieri negativi e le paure si intensificano e diventano pressanti e possono sfociare in quelli che vengono definiti attacchi di panico.
Gli attacchi di panico vengono descritti, da chi ha sperimentati, come delle esperienze terribili, durante le quali non si riesce più a mantenere il controllo di sé e la paura di impazzire o, peggio, di essere sul punto di morire, prende il sopravvento. In particolar modo essi possono spaventare molto durante la prima volta che si verificano, perché possono manifestarsi all’improvviso, in modo del tutto inaspettato.
Gli attacchi di panico vengono descritti, da chi ha sperimentati, come delle esperienze terribili, durante le quali non si riesce più a mantenere il controllo di sé e la paura di impazzire o, peggio, di essere sul punto di morire, prende il sopravvento.
In particolar modo essi possono spaventare molto durante la prima volta che si verificano, perché possono manifestarsi all’improvviso, in modo del tutto inaspettato.
Un attacco di panico può manifestarsi con diversi sintomi di forte intensità:
- Formicolio agli arti, alle mani, ai piedi, alla bocca
- Palpitazioni e tachicardia
- Difficoltà a respirare
- Senso di oppressione al torace
- Offuscamento della vista
- Caldo improvviso e sudorazione fredda.
Ma l’attacco di panico genera anche paure, per questo viene descritto come paura della paura. Una volta provato, la paura di subirne altri si fa acuta, proprio per la forza con cui travolgono la persona. È così allora che si innescano alcuni comportamenti pericolosi che possono, a loro volta, peggiorare la condizione del disturbo d’ansia. Uno su tutti è l’evitamento di tutte quelle situazioni in cui non ci si sente al sicuro. Spesso, le persone che soffrono di attacchi di panico smettono di uscire di casa da soli, per il timore che non ci sia nessuno ad aiutarle nel caso di bisogno.
Se gli attacchi di panico sono una manifestazione estrema dell’ansia, è anche noto che la loro comparsa dipende, per lo più, da uno o più eventi o esperienze vissute. Alcuni esempi frequenti sono:
- Problemi finanziari
- Perdita del lavoro
- La malattia
- La malattia o la perdita di un famigliare o un amico
- La separazione
- Una violenza subita
Tutti fattori negativi, ma gli eventi scatenanti un attacco di panico possono essere anche positivi, come:
- L’inizio di un nuovo lavoro
- Il matrimonio
- Un trasferimento.
Proprio per i motivi sopra elencati, infatti, questi eventi possono legarsi al fatto di non sentirsi all’altezza o alla paura della novità.