Non è sempre facile riconoscere i sintomi dell’ansia: spesso, infatti, l’eccessivo stress o il disturbo ansioso si manifestano attraverso sintomi fisici, ad esempio tramite orecchie tappate e udito ovattato.
Di fronte a questi sintomi si può essere portati a pensare che vi sia una patologia fisica in corso, ma non sempre è così. Vediamo come riconoscere quando le orecchie tappate sono un sintomo dell’ansia e cosa fare per porre rimedio.
Orecchie tappate, udito ovattato e altri sintomi dell’ansia
La sensazione di percepire i suoni in modo ovattato, o di avere le orecchie tappate, è qualcosa che abbiamo sperimentato tutti nella vita: possono comparire all’improvviso, per svariate ragioni, e sparire nel giro di pochi secondi. Quando però queste sensazioni si protraggono più a lungo, anche per giorni, o si ripresentano con grande frequenza, possono essere sintomi dell’ansia.
Identificare la causa scatenante è fondamentale per trovare il giusto rimedio, facendosi supportare dal professionista giusto: se la causa è nello stress o nel disturbo ansioso, infatti, non servirà il supporto di un otorino, si dovrà piuttosto intervenire sull’ansia che genera questo fastidioso sintomo.
Una visita specialistica potrà escludere eventuali patologie o altre problematiche di tipo fisico, ma già è possibile fare una prima riflessione in autonomia, per capire se l’ansia potrebbe essere il fattore scatenante.
Le orecchie tappate e l’udito ovattato possono essere sintomi dell’ansia soprattutto se si presentano in concomitanza con altre manifestazioni tipiche del disturbo ansioso, come palpitazioni, senso di agitazione o di oppressione, sudori freddi, tremori, respiro difficoltoso, ma anche:
- capogiri
- rigidità muscolare
- dolori cervicali
- mal di testa
- confusione mentale.
Tutti questi sintomi possono essere spie di un attacco di panico o d’ansia.
Nel caso del disturbo d’ansia o di un carico eccessivo di stress, le orecchie tappate possono accompagnarsi anche ad altre sensazioni fastidiose, come gli acufeni.
Acufeni da stress: cosa sono e come si manifestano
Gli acufeni sono suoni che vengono percepiti dalla persona che ne è colpita senza che vi sia una fonte esterna a produrli: possono manifestarsi come ronzii, fischi o squilli ed essere percepibili, a seconda della loro intensità, solo in condizioni di silenzio totale, oppure continuativamente durante la giornata.
La loro insorgenza genera solitamente forte preoccupazione e contribuisce a nutrire l’ansia: sentire continuamente questi suoni, infatti, può avere un impatto molto negativo sulla vita della persona, che non può fare a meno di prestarvi costantemente attenzione. La buona notizia è che, se non vi è una causa fisica all’origine del problema, come un danno all’apparato uditivo, gli acufeni da stress possono essere temporanei, e scomparire una volta che la tensione o l’ansia vengono affrontate correttamente.
Perché ansia e stress provocano orecchie tappate e acufeni?
La relazione tra ansia, stress e orecchie tappate è attualmente oggetto di studio. La principale causa sarebbe l’acido glutammatico, un amminoacido responsabile della trasmissione degli stimoli sensoriali sotto forma di impulsi elettrici.
La produzione di questo acido subisce alterazioni in caso di forte stress o ansia, aumentando e rendendo più difficoltosa l’elaborazione degli stimoli da parte del cervello. Da questa condizione può nascere un malfunzionamento del nervo acustico, che causa la percezione degli acufeni o delle orecchie tappate, oppure dell’udito ovattato.
Da questa situazione può nascere un circolo vizioso nel quale l’ansia continua a provocare il sintomo, che, a sua volta, genera ansia e stress, poiché la persona si sente impotente di fronte al disturbo che si manifesta.
I rimedi per sconfiggere orecchie tappate e acufeni da ansia
Nel caso degli acufeni, che siano causati da ansia o che dipendano da un problema di tipo fisico, esistono terapie specifiche.
La più diffusa è la TRT; ovvero tinnitus retraining therapy, attuata con la cooperazione di un otorinolaringoiatra, di un autoprotesista e di uno psicologo.
La terapia mira a rieducare il cervello alla percezione dei suoni, in modo tale da portarlo a ignorare il rumore dell’acufene e fare in modo che la persona non ne abbia più consapevolezza.
La terapia viene solitamente proposta su un arco temporale di 12 – 18 mesi ed è considerata tra le più efficaci al momento.
In parallelo, diventa cruciale una terapia psicologica che permette di gestire l’ansia che deriva dalla percezione alterata dell’udito: è utile sapere, infatti, che l’impatto dell’acufene sulla vita delle persone può variare molto, indipendentemente dall’effettivo variare dell’intensità del sintomo.
Dunque, è possibile affrontare il problema in più modi: riducendone la percezione, riducendone l’impatto sulla vita quotidiana e sulla psiche, e riducendo l’ansia e lo stress che originano i sintomi, tramite una psicoterapia mirata a individuarne le cause e a riprogrammare quei meccanismi che, oggi, causano il disturbo d’ansia come risposta.