Con “fiato corto” si intende descrivere quella spiacevole sensazione che si prova quando si ha difficoltà respiratoria. La dispnea, o fiato corto appunto, può essere un fenomeno di durata contenuta o molto prolungata nel tempo e può avere cause fisiche o psicologiche, come ansia, depressione o forte stress.
Come si manifesta e come si riconosce il fiato corto da ansia? E quali sono i possibili rimedi? Vediamolo nello specifico.
Fiato corto: cos’è?
La dispnea, ansiosa o meno che sia, si manifesta come un improvviso senso di soffocamento. Chi l’ha sperimentata riferisce di aver avuto difficoltà a respirare.
Spesso questa sensazione viene descritta come simile a quella che si prova dopo lo svolgimento di un’attività fisica molto intensa, come una corsa al limite delle proprie possibilità senza, però, l’allenamento necessario per farlo.
La dispnea, ansiosa o meno che sia, si manifesta come un improvviso senso di soffocamento. Chi l’ha sperimentata riferisce di aver avuto difficoltà a respirare.
Spesso questa sensazione viene descritta come simile a quella che si prova dopo lo svolgimento di un’attività fisica molto intensa, come una corsa al limite delle proprie possibilità senza, però, l’allenamento necessario per farlo.
Per potere riconoscere la dispnea ansiosa, occorre innanzitutto capire esattamente cosa sia il fiato corto e come si innesca il meccanismo che lo scatena.
Tutto ruota attorno alla respirazione, che avviene in un ciclo ripetitivo di due fasi: inspirazione ed espirazione.
In una condizione di normalità, quando il corpo è a riposo, si ripetono mediamente dai 10 ai 12 cicli respiratori al minuto. In caso di fiato corto, tali cicli aumentano di frequenza e incrementano, di conseguenza, la quantità di aria immessa nei polmoni.
Maggiori sono il ritmo e l’intensità del respiro, maggiore è anche il livello di ossigeno immesso e minore la quantità di anidride carbonica nel sangue. L’effetto che si genera è la vasocostrizione, per la quale il cervello, meno irrorato di sangue, richiede maggiori quantità di ossigeno, aumentando ulteriormente la frequenza della respirazione.
Diagnosi della dispnea ansiosa
Si parla di dispnea ansiosa, o dispnea psicogena, quando questo fenomeno avviene anche in condizioni di riposo e senza che vi siano patologie organiche a giustificarne la presenza. In questi casi, le cause possono essere attribuite all’ansia, forte stress, depressione o attacchi di panico.
Come si riconosce la dispnea psicogena o ansiosa?
Soltanto un medico specialista può dare una risposta certa alle cause della dispnea. Per capire se la sensazione di fiato corto è dovuta all’ansia, è fondamentale, per prima cosa, escludere ogni possibilità di cause organiche.
Il fiato corto da ansia può avere conseguenze pesanti, causare iperventilazione e provocare la comparsa di sintomi paralleli, come vertigini, stordimento e svenimento. In una persona ansiosa, la cui mente è già dominata dai pensieri negativi, questi sintomi non fanno altro che alimentare le preoccupazioni che, a loro volta, sono nutrimento per l’ansia, innescando un temibile circolo vizioso.
Inoltre, alla dispnea ansiosa, spesso, si associano anche altri sintomi, quali tosse continua e senso di oppressione al torace.
Uno degli elementi da considerare per distinguere dispnea ansiosa e dispnea organica è la frequenza e dei sintomi. In particolare, se l’origine del disturbo è psicologica, i sintomi possono comparire o meno a seconda della specifica situazione in cui si trova la persona. Banalmente, il fiato corto può manifestarsi in quei momenti in cui si è sottoposti a forti carichi di stress, per poi scomparire del tutto quando, finalmente, si riesce a ritrovare un po’ di serenità e riposo, ad esempio mentre si dorme. Al contrario, se l’origine del disturbo fosse organica, i suoi sintomi potrebbero comparire anche durante il sonno.
Cause della dispnea psicogena
Se all’origine della mancanza di fiato c’è l’ansia, diventa di vitale importanza capire quali sono le situazioni che la scatenano. Infatti, come detto in precedenza, i sintomi possono manifestarsi saltuariamente, soltanto in presenza di particolari situazioni.
Tuttavia, anche nel caso di dispnea ansiosa la fame d’aria può farsi strada all’improvviso, proprio come può accadere per gli attacchi di panico. Infatti, provare difficoltà nella respirazione o il senso di affanno è uno dei sintomi più tipici degli attacchi di panico e può manifestarsi insieme a tachicardia, formicolii, vista annebbiata, oppressione toracica, ecc.
Ma la dispnea ansiosa è un sintomo dell’ansia che può anche autoalimentarsi. L’aver sperimentato per la prima volta, durante un attacco di panico, cosa significa davvero non riuscire a respirare, può generare nella persona una forte paura di provare ancora in futuro la stessa terribile sensazione.
Questi pensieri non fanno altro che gettare benzina sul fuoco e permettere alle preoccupazioni e all’ansia di aumentare, innescando un altro attacco di panico, poi un altro e un altro ancora. In questi casi, anche mangiare può diventare problematico, per la paura che un boccone possa bloccarsi in gola impedendo di respirare correttamente.
Il fiato corto da ansia, poi, può essere indotto anche da una patologia come l’asma, che ha come sintomo proprio la dispnea. Un soggetto asmatico, infatti, può sviluppare la paura di subire una crisi, paura che genera ansia per il proprio stato, che a sua volta può manifestarsi con dispnee.
Come superare la dispnea ansiosa
Una volta accertata la causa psicologica del fiato corto, è possibile intraprendere il percorso più corretto per risolvere il problema.
Per eliminare il sintomo occorre curare la causa, in questo caso, l’ansia. Per questo, una volta accertato il disturbo, soltanto un medico specialista potrà indicare il percorso terapeutico più adatto per ogni specifica casistica. Generalmente, le strade percorribili sono due: una farmacologica e una psicoterapeutica, per esempio con un percorso di terapia cognitivo-comportamentale.
Altri rimedi per il fiato corto da ansia
La dispnea ansiosa può manifestarsi improvvisamente: per questo, in quei frangenti si può essere istintivamente portati a reagire cercando di controllare forzatamente il respiro. Il fiato corto spinge a cercare disperatamente di incamerare più aria, aumentando la frequenza respiratoria, ma questa reazione automatica non fa che peggiorare la situazione.
Non sarà di certo semplice, ma è necessario sforzarsi per riprendere il controllo del proprio respiro e lo si può fare attraverso degli esercizi di respirazione mirati.
Le terapie mediche, oltre che ai succitati esercizi di respirazione, possono essere affiancate da alcune pratiche che possono aiutare a favorire il rilassamento e a concentrarsi su se stessi. Si può, per esempio, ricorrere ad alcune tecniche di meditazione, alla mindfulness, al training autogeno, ad esercizi di rilassamento muscolare o a discipline come lo yoga.