Il termine vertigine deriva dal latino “vertere”, che significa girare. In effetti, chi è vittima di questo sintomo ha la sensazione di essere immerso in uno spazio che si muove, sentendosi minacciato di poter perdere l’equilibrio all’improvviso.
Lo stress e l’ansia possono causare vertigini, innescando un circolo vizioso che deve essere spezzato al più presto. Per questo, occorre riconoscere la vertigine come un’espressione dell’ansia e chiedere aiuto di conseguenza.
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Vertigini da ansia e vertigini da stress: come riconoscerle
Essendo le vertigini dei sintomi molto generici e comuni a patologie molto diverse tra loro, i capogiri da stress vanno inquadrati e riconosciuti per poter essere eliminati seguendo la giusta terapia. Secondo “Psychogenic Vertigo”, un articolo pubblicato nel 2012, il 60% delle persone che lamentano vertigini croniche soffre di ansia, primaria o secondaria.
Giramenti di testa continui: cosa sono e da cosa dipendono
Spesso, come vedremo nel prossimo paragrafo, le vertigini si manifestano in situazioni di stress e in disturbi d’ansia, ma possono anche essere legate ad altri problemi fisici più o meno gravi. A seconda della causa, le vertigini si distinguono in:
- Periferiche: sono le più frequenti e, in questo caso, i giramenti di testa sono il risultato di un malfunzionamento del sistema vestibolare, atto a rilevare continuamente la posizione del corpo. Questo particolare sistema funziona grazie a un orecchio interno presente su ambo i lati, che invia le informazioni al cervello. Quando qualcosa va storto, si verifica il senso di vertigine, anche detto giramento di testa o capogiro. Le cause di questo mal funzionamento possono essere dovute a cambiamenti della posizione della testa, ferite, infezioni all’orecchio interno, infiammazione del nervo vestibolare (labirintite), malattia di Ménière o all’assunzione di determinati farmaci.
- Centrali: dipendono da problemi di una zona specifica del cervello, come il cervelletto o il tronco cerebrale, che possono essere causati da una semplice emicrania o da condizioni patologiche più gravi.
In entrambi i casi, fatta forse eccezione per le vertigini periferiche dovute a cambiamenti della posizione della testa (Vertigine posizionale parossistica benigna), che, in genere, si risolve da sola, chi è vittima di vertigini, comincia un iter diagnostico che lo porta a consultare molti specialisti, spesso, senza trovare la causa.
Pseudovertigini o vertigini psicogene: sintomi e caratteristiche
Alle vertigini psicogene o psichiatriche si pensa in genere dopo aver consultato vari specialisti ed aver escluso ogni causa organica del sintomo.
Quando la vertigine non è riconducibile ad altre cause, se non a quelle della sfera psicologica, il meccanismo scatenante è diverso da tutti gli altri casi. Durante un attacco d’ansia, infatti, dai nostri organi di senso (occhi, orecchio interno e propriocettori, ovvero i recettori di posizione e movimento) giungono segnali contrastanti e di allarme, in grado di creare un conflitto neurosensoriale che dà luogo alla vertigine.
Le vertigini, in questo caso, sono la somatizzazione dell’ansia e sono descritte in modo caratteristico da chi ne soffre.
Questi pazienti, in genere, parlano di un senso di mancanza di equilibrio e intontimento, unito a confusione mentale, oltre che di una sensazione di testa vuota e di camminamento sulle uova.
Inoltre, nel descrivere il loro disagio, i soggetti menzionano altri sintomi quali:
- giramenti di testa
- capogiri
- nausea
- stanchezza
- sudorazione e formicolii agli arti
- mal di testa
- disturbi digestivi
- acufeni.
Ansia e giramenti di testa: un pericoloso circolo vizioso
Un interessante studio pubblicato nel 2010 indaga il complesso rapporto tra vertigini e ansia, nel quale causa ed effetto si confondono e si auto alimentano.
La vertigine, nei soggetti ansiosi, è in grado di scatenare un circolo vizioso legato alla preoccupazione per il sintomo che finisce per aggravare la causa, ovvero lo stato ansioso.
Ecco i fattori che aggravano le vertigini e che sono ricorrenti in chi soffre d’ansia:
- La tensione muscolare propria di chi resta in allerta
- L’angoscia e panico che aumentano i battiti cardiaci e la pressione sanguigna: quando questo effetto si allevia e la pressione cala bruscamente, si verifica la vertigine
- L’iperventilazione, dovuta a un respiro corto e rapido, che crea uno squilibrio tra anidride carbonica e ossigeno in grado di scatenare vertigini, formicolii agli arti e disturbi alla vista
- Lo stress, che sovraccarica il sistema nervoso centrale e lo spinge a rispondere con manifestazioni come vertigini, giramenti di testa e confusione mentale.
Ansia e giramenti di testa: consigli e rimedi
In chi soffre d’ansia, le vertigini sono un sintomo che può essere presente sia durante, sia al di fuori di un attacco di panico.
Ecco perché occorre saper gestire questa manifestazione quando si presenta, ma anche prevenirla agendo sulle sue cause.
Stress e vertigini: cosa fare quando capita un episodio
Quando sono un sintomo dell’ansia, le vertigini si manifestano specialmente (anche se non esclusivamente) durante un attacco di panico.
Ecco che diventa molto importante, in quei momenti, mettere in pratica un paio di consigli:
- Contrastare l’iperventilazione sforzandosi di respirare in modo regolare e diaframmatico
- Mettere in pratica la “desensibilizzazione”: quando si sente la vertigine, se non si è soli, ci si può far aiutare a girare intorno a un tavolo, aspettando che il sintomo passi. Questa tecnica si basa sul fatto che il cervello tende ad abituarsi anche agli stimoli che teme di più fino a farli scomparire.
Vertigini e ansia: la cura e la prevenzione delle vertigini psicogene
Quando la vertigine psicogena diventa una compagna quotidiana, non basta più saperla affrontare ma occorre poterla prevenire, agendo sulla sua causa.
Naturalmente, ogni pratica e disciplina volta a contenere l’ansia è consigliabile in caso di pseudovertigini: lo yoga, la meditazione, il training autogeno, la naturopatia e l’esercizio fisico sono sempre consigliabili.
Spesso, poi, la vertigine è l’unico modo con cui l’inconscio chiede di essere ascoltato, obbligandoci a risolvere una situazione che ci crea difficoltà, e, in questo senso, anche una psicoterapia, di qualsiasi indirizzo, può permettere di ottenere buoni risultati nel tempo.
Su indicazioni del medico specialista, alla terapia psicologica può essere associata una terapia farmacologica, oppure un percorso di fisioterapia, utile ad alleviare lo stress muscolare e dunque a ottenere risultati anche contro le vertigini psicogene.