In medicina, la nausea è una definizione generica con la quale si identifica una particolare situazione di malessere circoscritta alla parte superiore dello stomaco, spesso accompagnata da una sensazione di vomito o da attacchi di vomito veri e propri, il rifiuto per il cibo, inappetenza e un aumento eccessivo e apparentemente immotivato della sudorazione.

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È importante sottolineare che la nausea in nessun caso è una malattia, una causa, ma si manifesta sempre come un sintomo di qualcosa che non funziona come dovrebbe. Questa sorta di “malfunzionamento” può essere legato a cause organiche, oppure psicologiche: lo stomaco è un organo molto sensibile all’ansia. In questo articolo scoprirai:

·      come riconoscere la nausea causata da stati ansiosi
·      con quali altri sintomi si può manifestare
·      come arginare il vomito causato dall’ansia
·      i rimedi per sconfiggere e prevenire il senso di nausea.

Come si manifesta la nausea da ansia e come riconoscerla

Se qualche episodio sporadico di nausea può capitare a tutti, quando il sintomo si presenta con una certa frequenza e senza apparenti cause organiche è bene indagare altri fattori scatenanti, che spesso posso risiedere nei disturbi ansiosi.

Quindi, la prima cosa da fare per riuscire a combattere la nausea ricorrente e curarla, è individuarne la causa per poter adottare i rimedi più adatti. Per capire come l’ansia può causare la nausea, è necessario approfondire le caratteristiche dei disturbi ansiosi. In sintesi, è possibile definire l’ansia come una reazione involontaria del nostro corpo che mette in atto un meccanismo di difesa per prepararci alla messa in salvo da situazioni di pericolo che per contro può dare origine a diversi problemi fisici.

Le manifestazioni fisiche dell’ansia

mal di stomaco e nauseaPer fare questo, i muscoli si tendono preparandosi allo scatto e il flusso ematico si sottrae da dove non è necessario (gli strati superficiali della pelle, da cui il pallore tipico dell’ansia) per confluire nella muscolatura. In preparazione alla fuga inoltre la frequenza cardiaca aumenta, le vie aeree dei polmoni si espandono per favorire l’afflusso di ossigeno, l’intensità della respirazione aumenta, le pupille si dilatano per migliorare la sensibilità della vista.

Queste sono tutte reazioni spontanee dell’organismo umano a una condizione di pericolo. Il nostro cervello però non interpreta come minaccia da cui difendersi soltanto situazioni rischiose dal punto di vista fisico, ma anche tutti quegli avvenimenti che possono compromettere la stabilità della persona anche a livello psicologico. Ragion per cui, di fronte a situazioni psicologicamente stressanti come un esame scolastico, un colloquio lavorativo, un’esibizione in pubblico, è possibile che nella persona interessata si scateni una reazione ansiosa di questo tipo.

In che modo l’ansia provoca la nausea?

Lo stomaco, in situazioni di normalità, si contrae e rilassa con un ritmo costante e regolare. Quando la regolarità di questo meccanismo viene meno, lo stomaco perde momentaneamente la sua capacità di funzionare correttamente. I segnali di pericolo che vengono diramati dal cervello in presenza di ansia che sono stati descritti in precedenza (tensioni muscolari, spasmi, variazioni della respirazione, ecc.) alterano il modo in cui lo stomaco elabora i processi digestivi e causano una destabilizzazione della regolarità dei suoi movimenti, da cui il senso di nausea.

Ecco perché solitamente, prima che sopraggiunga l’attacco di nausea da ansia, la persona avvertirà alcuni degli altri sintomi tipici delle crisi ansiose: questi sintomi di accompagnamento sono uno dei principali segnali che permettono di distinguere la nausea psicosomatica da quella causata da diversi tipi di problematiche organiche.

La nausea inoltre può far comparire una sensazione di vertigine, un senso di intontimento generale che porta al non sentirsi del tutto presenti. Possono sopraggiungere inoltre offuscamento della vista, formicolio, processi mentali rallentati e malessere diffuso e, durante gli attacchi più intensi, queste alterazioni possono persino sfociare nello svenimento.

Somatizzazione dell’ansia allo stomaco

La somatizzazione è un processo psicofisico tramite il quale una persona manifesta involontariamente in una o più particolari zone del corpo un dolore o più in generale un malessere, come reazione a una destabilizzazione del proprio equilibrio psichico. Come abbiamo detto, lo stomaco si comporta come un secondo cervello e interagisce costantemente con il sistema nervoso centrale. Oltre a questo, è chiara l’esistenza di un legame profondo tra lo stato di salute dell’intestino e il tono dell’umore.

Quando l’ansia esercita il proprio effetto indiretto sullo stomaco, i sintomi più comuni che genera sono i seguenti:

  • l’alterazione della motilità del tubo digerente che, a seconda dei casi, può dare origine a disturbi anche diametralmente opposti da persona a persona. Tipicamente si possono verificare stitichezza, diarrea, difficoltà a deglutire e un rallentamento della digestione.
  • Sensibilizzazione della mucosa gastrica che può indurre disturbi dell’appetito, e dolori allo stomaco.
  • Eccessiva permeabilità delle pareti del tratto intestinale con un aumento dell’esposizione al rischio di contatto con tossine e sostanze irritanti, oltre che impedire il corretto assorbimento delle sostanze nutritive.
  • Alterazione del flusso ematico nelle pareti del tubo digerente e la riduzione della capacità di rigenerazione delle pareti intestinali.
  • Variazioni nell’equilibrio della flora batterica intestinale.
  • Incremento anormale della produzione degli succhi gastrici causa di acidità, reflusso gastroesofageo, infiammazioni dell’esofago fino alla possibilità di sviluppare gastrite nervosa.

Oltre a questi, ovviamente, la nausea. Quando ci si imbatte in una crisi di ansia, il cervello invia dei segnali di allarme all’apparato gastroenterico che possono alterare i processi digestivi in atto. Talvolta l’intensità dell’ansia può essere tale da portare, oltre che mal di stomaco e bruciore, anche fastidiosi attacchi di vomito da stress.

Quando ansia e nausea scaturiscono nel vomito

La nausea si palesa molto frequentemente tra le persone che sono soggette a stati di ansia di una certa intensità. Lo stomaco e il sistema nervoso centrale comunicano mediante un costante scambio di impulsi, mediante i quali i due organi si influenzano vicendevolmente.

ansiaPer questa ragione lo stomaco è uno dei punti più largamente colpiti dalla somatizzazione dell’ansia. Quando il fenomeno si presenta con una certa frequenza e per un periodo di tempo prolungato, può degenerare in gastrite nervosa o ulcere, la cui risoluzione richiede un doppio intervento: si dovranno migliorare le condizioni di salute dello stomaco, ma anche combattere l’ansia per evitare che continui a sollecitare negativamente quest’organo.

Nei casi di nausea particolarmente intensa è possibile che sopraggiungano anche attacchi di vomito. In questi casi potrebbe instaurarsi anche un circolo vizioso per il quale sono gli episodi stessi di nausea e vomito a nutrire l’ansia: chi soffre di questa manifestazione somatizzata, infatti, può sentirsi particolarmente minacciato dalla perdita di controllo sul proprio corpo e dal carattere invalidante del disturbo, che interferisce in modo pesante con la vita quotidiana.

Mettere a fuoco il legame tra soffrire di disturbo d’ansia generalizzato e vomito è fondamentale per poter capire come intervenire e per riuscire a mettere in atto delle strategie a breve termine che possano placare gli attacchi, senza naturalmente che esse vadano a sostituire un intervento più a lungo termine per eradicare l’ansia.

La paura di vomitare

Esistono persone che sviluppano la paura di vomitare: la sola idea che questo possa accadere turba a tal punto da aprire le porte all’ansia e alla nausea. Questa è una vera e propria fobia riconosciuta e prende il nome di emetofobia. Le cause scatenanti di questa paura possono essere varie: alcuni testimoni riportano di aver assistito durante l’infanzia al decesso di un parente solo pochi istanti dopo che questo avesse avuto un attacco di vomito. Questa esperienza ha fatto sì che nel loro inconscio rimanesse impressa l’associazione (non corretta) tra vomito e morte. Oppure ancora, l’emetofobia può insorgere dopo un’intossicazione alimentare che ha causato violenti e ripetuti attacchi di vomito.

sintomi ansia nauseaCome altre fobie, anche l’emetofobia può diventare altamente debilitante per le persone che ne soffrono, che si sentiranno in un costante stato di allerta soprattutto in pubblico. Saranno allarmate per l‘idea non riuscire a trovare un bagno nel caso sopraggiungesse il vomito, oppure a disagio perché vomitare in pubblico è fonte di grande imbarazzo.

Queste persone solitamente tendono ad esercitare un controllo eccessivo su tutti quelli che interpretano come segnali provenienti dal proprio corpo, in particolare da stomaco, intestino, respiro e cuore. Questa “mania” di controllo e il costante stato di allerta favoriscono l’insorgere di una sindrome d’ansia, che a sua volta avrà influenza sull’insorgere dell’ansia e del vomito. Anche in questo caso, riconoscere e trattare correttamente il problema è fondamentale per poterlo risolvere: i farmaci antinausea non possono offrire una soluzione, ma solo un rimedio momentaneo.

Rimedi contro il vomito da ansia

Per una persona particolarmente soggetta alla somatizzazione dell’ansia allo stomaco e al conseguente sviluppo di nausee e attacchi di vomito, può essere buona cosa, oltre alla psicoterapia cognitivo comportamentale e gli altri percorsi paralleli per la cura dell’ansia, adottare delle buone abitudini e tenere dei comportamenti sani per contrastare il sopraggiungere degli attacchi di vomito.

  • Alimentazione: mantenere uno stile di alimentazione sano è un buon punto di partenza per limitare la possibilità di infiammazioni dello stomaco.
  • Attenzione al sintomo: non è certamente una cosa semplice da fare quanto da dire, ma se le esperienze pregresse mettono la persona in condizioni di riuscire a capire già dalle prime avvisaglie quando sta per sopraggiungere l’attacco di nausea e vomito, se imparerà (anche con l’aiuto della psicoterapia) a isolare i pensieri nocivi e a distogliere l’attenzione sul disturbo focalizzandola su qualsiasi altra cosa più piacevole, col tempo riuscirà a gestire e placare gli stimoli negativi.
  • Attività fisica: fare sport e mantenersi in movimento è un’ottima soluzione per arginare l’ansia. L’attività fisica favorisce il rilascio da parte dell’organismo umano di endorfine, i neurotrasmettitori che fungono da analgesici naturali e aiutano a ristabilire il buon umore. Combattendo l’ansia all’origine saranno limitati anche i sintomi relativi, come gli attacchi di panico.

Altri sintomi psicosomatici dell’ansia

Oltre alla nausea, lo stato di ansia potrebbe far insorgere anche altri sintomi tipici ad essa connessi, per esempio tachicardia e palpitazioni, forte nervosismo, affanno, tensione alle gambe, dolori muscolari diffusi. Inoltre, l’ansia può essere somatizzata in diversi modi: si può ripercuotere sulla vista, offuscandola o aumentando la sensibilità alla luce; alla gola, provocando il cosiddetto nodo alla gola o un senso di costrizione alla faringe, come di soffocamento; alla testa, con cefalee tensive o costrittive o emicranie pulsanti.

Non ultimi, ulteriori altri effetti all’apparato gastro intestinale come stitichezza o diarrea. La compresenza di questi sintomi ricorrenti con il vomito o il senso di nausea è solitamente la principale spia dell’origine ansiosa dei disturbi allo stomaco.

Nausea e ansia: quali rimedi definitivi?

Per mettere un freno all’insorgere della nausea è innanzitutto fondamentale capirne le cause. Se a seguito di esami mirati sono state escluse delle patologie organiche, allora la fonte del disturbo andrà cercata altrove. Se il medico specialista stabilisce che la nausea è conseguenza diretta dell’ansia, diventa prioritario trovare una soluzione al disturbo ansioso: questo permetterà di eradicare anche tutte le problematiche che colpiscono lo stomaco, soprattutto in assenza di complicazioni come ulcere o gastriti già radicate.

In molti casi può essere necessario affrontare una terapia farmacologica a base di ansiolitici o antidepressivi: si tratta di farmaci che possono avere notevoli effetti collaterali e che possono ulteriormente infiammare lo stomaco, pertanto è fondamentale che essi vengano considerati come coadiuvanti della terapia vera e propria, di tipo psicologico, e non come soluzioni.

La psicoterapia per curare l’ansia

La forma di terapia psicologica più diffusa per contrastare i disturbi d’ansia, in quanto rivelatasi particolarmente efficace, è la psicoterapia cognitivo comportamentale. Si tratta di un tipo di psicoterapia basata sul concetto chiave che non siano gli eventi in sé a causare le difficoltà psicologiche ed emotive, quanto piuttosto i costrutti e le strutture mentali che guidano la loro interpretazione.

Cambiando questi schemi nel paziente, è possibile instaurare anche un diverso tipo di reazione, eliminando i disturbi ansiosi e le loro manifestazioni nel tempo (o, comunque, limitandoli fortemente e imparando a gestirli in modo tale che il loro impatto sia sempre meno pesante nella vita della persona).

Meditazione e rilassamento per la cura dell’ansia

Esiste un percorso di meditazione particolarmente adatto per la cura dell’ansia: la Meditazione Mindfulness, ovvero una disciplina di meditazione consapevole che favorisce la concentrazione sul momento presente, osservato “in modo intenzionale e non giudicante”. L’approccio mindfulness risulta utile per contrastare le forme d’ansia perché aiuta ad allontanarsi dai pensieri ricorrenti sulle preoccupazioni legate al futuro.

meditazione mindfulnessLa meditazione mindfulness, inoltre, aiuta a prendere coscienza anche dei sentimenti negativi come il disagio e il dolore e su tutte quelle sensazioni che spesso chi soffre d’ansia tende a cercare di ignorare e soffocare, dando loro spazio per riemergere sotto forma di nausea o altri sintomi psicosomatici.

Diversi studi, condotti soprattutto in anni recenti, hanno rilevato gli effetti positivi della meditazione, soprattutto nelle persone che la praticano con regolarità. Non solo: i benefici superano i confini del semplice rilassamento, includendo anche processi emotivi, pattern cognitivi e comportamenti che, tutti insieme, contribuiscono a migliorare la qualità della vita delle persone soggette ad ansia.

Da sola, la meditazione non può essere considerata una cura contro l’ansia e contro le sue manifestazioni, ma può essere uno strumento utile nelle mani del paziente, che può riuscire a gestire meglio i sintomi e sentirsi, di conseguenza, un po’ più sicuro.

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