La società moderna, la vita che oggi viviamo e tutti i suoi aspetti, nel bene e nel male ci condizionano: lo stress e i ritmi frenetici sono spesso causa di preoccupazione e ansia. Alcune persone dimostrano di avere delle difficoltà nel raggiungere e mantenere la serenità a causa irrequietezza, agitazione e di un involontario rimuginio protratto nel tempo.
Questo rimuginio può essere causato dallo stile di vita, da uno specifico evento scatenante, una tensione, da una predisposizione culturale o ereditaria. Le preoccupazioni pervadono la mente di queste persone a livelli tali da comprometterne l’esistenza, fino a degenerare in forme di disturbi ansiosi, ma esistono delle soluzioni per cercare di ritrovare la serenità. Quali sono? Come riuscire a combattere l’ansia e sconfiggerla?
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Come distinguere la preoccupazione dal disturbo ansioso
Sebbene spesso, nel linguaggio comune, ansia e preoccupazione acquisiscano lo stesso significato, nella realtà non sono sinonimi. I due termini identificano due condizioni ben distinte: riconoscerle e classificarle nel modo corretto è fondamentale per capire come individuare le terapie giuste, quale trattamento è più efficace per sconfiggerle.
La più importante differenza tra ansia e preoccupazioni è che le preoccupazioni agiscono causando problemi a un livello prettamente mentale, sui pensieri; le ansie, al contrario, si manifestano pesantemente anche sul piano fisico.
Si può affermare che le preoccupazioni agiscono in maniera più razionale rispetto all’ansia: le preoccupazioni si concentrano infatti su un elemento specifico, mentre l’ansia è più generalizzata e non si riversa soltanto su un unico pensiero in particolare, anche se può esserci uno specifico fattore scatenante.
Inoltre la preoccupazione, quando sopraggiunge, porta con sé anche lo stimolo per cercare una soluzione alla situazione che l’ha provocata, mentre l’ansia agisce in modo contrario.
Chi soffre di sindrome d’ansia si trova catapultato in un turbine di negatività, irrequietezza, agitazione, tensione, paure e di problemi che però rimangono senza soluzione; anzi, spesso in risposta sopraggiungono altre domande, altre paure che non fanno altro che alimentare quello che può facilmente diventare un tunnel senza fine.
Per la preoccupazione si può trovare abbastanza facilmente un rimedio, si tratta di una condizione risolvibile in breve tempo. Al contrario, l’ansia è da considerarsi a tutti gli effetti una patologia mentale, una sindrome che può essere arginata con delle specifiche cure e terapie.
Il suo decorso però può essere anche molto lungo e, nel frattempo, soffrire di disturbo ansioso può avere delle ripercussioni anche pesanti sulla vita della persona, influenzandone il rendimento psicofisico. Chi ne soffre può manifestare problemi circa le capacità di apprendimento, di memorizzazione, l’attenzione ma anche le funzionalità motorie del corpo stesso. Le conseguenze dell’ansia possono avere risvolti inaspettati e influire sulla vita quotidiana in più modi di quanti si possa pensare: ad esempio, uno studio del 2011 ha dimostrato come l’ansia inibisca le capacità di negoziazione, una competenza molto importante in determinati ambiti professionali.
Per questo, è importante intraprendere quanto prima un trattamento con un terapeuta specializzato. Molto spesso è utile un percorso di psicoterapia cognitivo comportamentale.
Cos’è il Disturbo d’Ansia Generalizzato
Può verificarsi che una persona soggetta a questo tipo di disturbi pschici precipiti in uno stato di continue preoccupazioni per i più disparati motivi: preoccupazioni e irrequietezza che si dimostrano ingiustificatamente sovradimensionati, sia per intensità che per durata. Quando si verifica una situazione di questo tipo, c’è la concreta possibilità di trovarsi di fronte a un caso di Disturbo d’Ansia Generalizzato.
Viene detto generalizzato appunto perché non è riferito a una determinata situazione: tutto ciò che circonda la persona che ne soffre può essere percepito come fonte di problemi. Si tratta di una condizione che, a differenza di una singola preoccupazione, agisce su uno spettro talmente ampio da risultare apparentemente impossibile da arginare da parte di chi ne soffre.
I sintomi del Disturbo d’Ansia Generalizzato
Chi soffre di disturbo d’ansia generalizzato manifesta diversi sintomi:
- affaticamento;
- irritabilità;
- difficoltà nel mantenere la concentrazione;
- disturbi della memoria;
- disturbi del sonno;
- tensioni muscolari prolungate;
- dolori muscolari diffusi;
- tremori;
- forte sensazione di spossatezza focalizzata alle gambe.
Solitamente soffrire di disturbo d’ansia generalizzato provoca costanti preoccupazioni durante l’intero corso delle giornate, su qualunque aspetto della propria vita: il lavoro, i soldi, i rapporti con i famigliari. Si tratta di pensieri che nella realtà non portano in alcun modo a trovare delle soluzioni a quelli che sono effettivamente dei problemi e per i quali la persona non si sente più libera.
Nella persona tutto questo poi provoca paure per le preoccupazioni che potrebbero sopraggiungere dando vita così ad un circolo vizioso che non può far altro se non aumentare l’intensità del disturbo e conseguentemente dei sintomi fisici e dolori che ne derivano. Lo studio dei casi di disturbo d’ansia generalizzato ha dimostrato che le persone che ne soffrono sono solite adottare determinati comportamenti ricorrenti che, se riconosciuti, possono facilmente portare alla diagnosi del problema e quindi al trattamento con le giuste cure e terapie.
Questi comportamenti sono:
- cercare continuamente rassicurazione da parte delle persone che circondano il soggetto e sé stessi. È un atteggiamento in realtà poco produttivo, le rassicurazioni ricevute non saranno sufficienti a placare le paure e le preoccupazioni definitivamente.
- Cercare in ogni modo di soffocare la preoccupazione. È un comportamento altamente controproducente perché la persona avrà i propri pensieri focalizzati sulle preoccupazioni stesse.
- Cercare la perfezione in ogni cosa che si fa, spinti dall’insicurezza e dal timore di non farcela, dalla preoccupazione di non riuscire a raggiungere l’obiettivo prefissato o assegnato.
- Tentare in tutti i modi di sottrarsi alle situazioni alla fonte delle paure e irrequietezza: un’arma a doppio taglio, che può a sua volta far insorgere preoccupazione per le conseguenze che la propria assenza potrebbe aver causato.
- Cercare a tutti i costi di rimandare l’evento che scatena la preoccupazione, per esempio perché non ci si sente all’altezza del compito.
Tecniche per superare le preoccupazioni
Le preoccupazioni sono in genere rivolte verso ciò che si pensa potrebbe accadere in futuro. Per arginare il sopraggiungere continuo di questo tipo di pensieri è necessario sforzarsi di focalizzare l’attenzione sul presente. Riuscendo in questo compito si potrà raggiungere anche un livello maggiore di consapevolezza riguardo alle proprie emozioni.
È ovvio che non è possibile raggiungere questo risultato così su due piedi, non è semplice, occorre intraprendere un determinato percorso di supporto. È molto utile il ricorso a pratiche per incrementare le capacità di controllo della respirazione per esempio.
Anche tecniche di rilassamento come il training autogeno sono molto utili. Inoltre il ricorso alla meditazione mindfulness aiuterà a focalizzare l’attenzione sul presente facendovi poco a poco uscire dal circolo vizioso scatenato dalle preoccupazioni.
Terapie per combattere l’ansia
Una volta riconosciuto il disturbo d’ansia generalizzato nel paziente, solitamente il medico suggerirà di affrontare due percorsi terapeutici in parallelo, uno farmacologico e uno psicologico, fondamentali per curare i sintomi dell’ansia, che possono variare a seconda di quanto è grave il disturbo. Spesso non è possibile prescindere dall’assunzione dei farmaci, che possono offrire un contributo fondamentale per un’azione efficace delle altre terapie.
Su un piano psicoterapeutico è molto utile affrontare un percorso di terapia cognitivo comportamentale. Si tratta di una terapia che riconosce in alcuni processi mentali e convinzioni erronee del paziente l’origine del disturbo ansioso. La terapia punta a modificare quelli che la teoria di riferimento definisce i pensieri negativi, le emozioni disfunzionali e i comportamenti disadattivi del paziente legati al problema, con lo scopo di facilitare la riduzione e l’eliminazione del sintomo o del disturbo psicologico.