I disturbi d’ansia spesso vengono sottovalutati dalle persone che, per loro fortuna, non ne hanno mai sofferto. Capita di trovarsi coinvolti in discussioni nelle quali c’è sempre il tuttologo di turno a dire che “l’ansia non esiste”, “l’ansia te la crei da solo” oppure che ha la soluzione più efficace pronta, tipo “bevici su e vedi che ti passa tutto”. No, purtroppo non è così semplice e soprattutto, per una persona che soffre di disturbi di ansia, sentirsi rispondere con frasi come queste può essere ancora più fastidioso.
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Il fatto che ci si chieda se si può o meno guarire da qualcosa, trovare un rimedio a una situazione, implica che quel qualcosa sia appunto un disturbo, una patologia e l’ansia, o meglio, il disturbo d’ansia rientra in questa categoria.
C’è un motivo ben preciso per cui si parla di disturbo d’ansia e non di ansia. L’ansia in sé non è una malattia o una disfunzione che dir si voglia, l’ansia è una componente innata della natura dell’essere umano. Può essere descritta a tutti gli effetti come una forma di difesa naturale ed automatica che ognuno ha dentro di sé dalla nascita.
Come agisce l’ansia?
Quando ci troviamo di fronte ad un pericolo da affrontare il nostro corpo mette in atto una reazione spontanea detta di attacco o fuga, il cervello riconosce la situazione anomala e di conseguenza agisce per salvaguardare la sicurezza dalla persona e lo fa fondamentalmente predisponendo il corpo a fuggire oppure a contrattaccare chi lo minaccia. La pelle impallidisce perché il sangue viene sottratto alle estremità del corpo, dove in quel momento non serve, per essere concentrato ad esempio nella muscolatura.
Si riducono momentaneamente le funzionalità del sistema immunitario e di quello digestivo (ecco che compare il tipico mal di stomaco da ansia), aumenta la frequenza cardiaca, l’intensità della respirazione, la sudorazione, si dilatano le pupille e i muscoli si contraggono per prepararsi a scattare.
Queste sono tutte funzioni del corpo umano che rientrano nella normalità, funzioni che, se l’organismo non compie correttamente e non si riescono a controllare, possono trasformarsi e diventare da difesa a problema. È in questo caso che la persona inizia ad avvertire qualcosa che non va e si comincia a parlare così di disturbo d’ansia.
In caso di disturbo d’ansia le reazioni messe in atto dal nostro corpo si intensificano a dismisura, ma ciò che rende il tutto ancora più debilitante è che i meccanismi spontanei dell’ansia si mettono in moto anche quando non ci si trova in presenza di un vero e proprio pericolo e non si riescono a controllare.
Il cervello comincia ad interpretare come pericolo qualunque tipo di situazione della vita quotidiana che può mettere in difficoltà: un esame, un colloquio di lavoro, una visita medica, sono tutti possibili fattori scatenanti di una crisi di ansia.
Il disturbo d’ansia può sopraggiungere sia per cause organiche sia per fattori esterni.
A livello fisico la genetica svolge un ruolo decisivo (le manifestazioni ansiose sono spesso ereditarie) ma anche delle alterazioni nella chimica del cervello. Se una persona però ha una predisposizione fisica per le manifestazioni ansiose, in presenza di un evento particolarmente difficile da affrontare e dominare può cominciare a mostrare i sintomi del disturbo d’ansia. Un grave trauma o una patologia, la perdita di una persona cara, una situazione lavorativa o scolastica particolarmente stressante, problemi finanziari o coniugali, questi sono solo alcuni degli episodi che più comunemente stanno all’origine del disturbo.
Va però sottolineato che non sempre l’ansia ha origine a causa di un evento specifico: il Disturbo d’Ansia Generalizzata, ad esempio, si caratterizza proprio per un senso di agitazione e preoccupazione che invade ogni aspetto della vita della persona, senza limitarsi ad alcune situazioni specifiche.
Come combattere l’ansia
Il disturbo d’ansia è decisamente debilitante e invasivo. Per una persona che ne soffre diventa di primaria importanza vincere e cercare di limitarne gli effetti e, nella migliore delle ipotesi, lasciarselo definitivamente alle spalle.
La gestione e la cura del disturbo sono assolutamente possibili, solitamente in una prima fase, dopo la diagnosi, il medico, tra i vari metodi potrà valutare se è opportuno o meno intraprendere una cura farmacologica. I farmaci a cui si ricorre solitamente sono ansiolitici e antidepressivi e possono variare a seconda dei casi.
Si può guarire dall’ansia grazie ai farmaci?
Per lo più i farmaci svolgono un’azione “addomesticatrice” del disturbo, lavorano all’interno dell’organismo umano per ridurre i sintomi e tenerli sotto controllo, ma non sono un rimedio, non esercitano una funzione curativa nel senso che non intervengono sulla causa scatenante, pertanto non sono utili a vincere l’ansia in modo definitivo, bisogna affiancarli ad altri metodi.
Parallelamente alla terapia farmacologica è quindi fondamentale intraprendere un percorso terapeutico vero e proprio: sarà quello della psicoterapia. In particolar modo l’esperienza ha rivelato che sono molto utili ed efficaci la terapia cognitivo-comportamentale e la terapia metacognitiva.
Terapia cognitivo comportamentale
Si tratta di una terapia che individua in alcuni processi mentali e convinzioni sbagliate del paziente l’origine del disturbo ansioso. La terapia punta a scacciare o modificare quelli che la teoria di riferimento definisce i pensieri negativi, le emozioni disfunzionali e i comportamenti disadattivi del paziente, con lo scopo di ridurre e facilitare l’eliminazione del sintomo o del disturbo psicologico.
Terapia metacognitiva
La metacognizione è l’aspetto del funzionamento mentale atto a controllare i processi attentivi e di pensiero, è il motore del rimuginio.
Una delle caratteristiche del disturbo d’ansia è che i pensieri negativi ripetuti diventano nella mente della persona impossibili da dominare e possono dare origine a una percezione distorta della realtà.
Questo processo è detto Sindrome Cognitivo-Attentiva (cognitive attentional syndrome o CAS). La Terapia Metacognitiva ha lo scopo di vincere ed eliminare la CAS e ricondurla al controllo cosciente della persona affetta dal disturbo. Tramite la terapia si cerca di indurre nei pazienti la capacità di reagire diversamente al rimuginio negativo istruendoli al controllo delle regole metacognitive.
Il concetto fondamentale alla base di queste pratiche mediche è che l’ansia va curata all’origine, ossia è necessario, tramite la psicoterapia, capire quali sono gli avvenimenti e i pensieri che hanno dato origine al disturbo. Una volta capito cosa ha originato il malessere allora si andrà a lavorare con il paziente per fare in modo che la causa scatenante possa essere superata e non essere più di intralcio per una vita serena.
Altri rimedi per liberarsi dall’ansia
Esistono anche altre attività che possono contribuire al successo nella cura dell’ansia, in primo luogo l’attività fisica. È vero, spesso come sintomo del disturbo d’ansia compare uno stato si profonda e costante stanchezza e risulta difficile convincersi a praticare dello sport.
Tuttavia, anche una camminata quotidiana può aiutare a scacciare il disturbo, favorendo la produzione di quei neurotrasmettitori come le endorfine e la noradrenalina che fungono da analgesici e controllano i livelli dell’umore.
Anche in questo caso si tratta, più che di terapia, di metodi, rimedi estemporanei che possono aiutare a controllare il sintomo, facendo riacquisire fiducia in se stessi e nella possibilità di guarire dall’ansia, fornendo un valido supporto alla terapia. Tecniche di rilassamento muscolare come il training autogeno, pratiche di meditazione, yoga, tai chi, sono tutte strade percorribili che possono aiutare a dominare i sintomi e portare benefici e, non meno importante, non hanno alcun tipo di effetto collaterale indesiderato.