Capita a tutti di dover affrontare delle preoccupazioni, o di dover prendere decisioni importanti, il cui pensiero invade buona parte della giornata o rende difficile concentrarsi su altro.
Quando, però, si presentano pensieri ricorrenti, più o meno fondati, che tormentano con regolarità la persona e arrivano a peggiorare la qualità della sua vita, ci si trova di fronte a pensieri ossessivi.
Vediamo come riconoscere questi pensieri, che legame hanno con l’ansia e come intervenire per liberarsene.
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Pensieri ossessivi: cosa sono e come si distinguono
Le ossessioni sono pensieri, impulsi o immagini che pervadono la mente senza che essa possa averne un qualsiasi controllo. Si tratta, dunque, di qualcosa di non volontario o intenzionale che, nel suo essere ripetitivo e pervasivo, crea un profondo disagio a chi ne è vittima.
Chi ha pensieri ossessivi non è in grado di controllarli, pur riconoscendone spesso la natura irrazionale.
Ossessioni, ruminazioni, fissazioni e rimuginio: facciamo chiarezza
I pensieri ossessivi vanno distinti da altre forme di pensiero disfunzionale. Ecco quali sono e in che modo si differenziano dai pensieri ossessivi veri e propri:
- Il rimuginio mentale è una focalizzazione su azioni future che, essendo ritenute pericolose, il soggetto cerca di controllare e prevenire con questo tipo di pensiero.
- Le ruminazioni, a differenza delle ossessioni, che riguardano una situazione presente o futura, si focalizzano sul passato e sono pensieri continui, tesi ad analizzare quanto accaduto.
- Le fissazioni si distinguono dalle ossessioni in quanto sono pensieri ricorrenti ma, in genere, piacevoli o che fanno sentire meglio. Spesso sono riconducibili a gesti più o meno consapevoli, a cui il soggetto è in grado di rinunciare (non si tratta, quindi, di compulsioni) ma, restando nell’ambito dei pensieri, in genere, le fissazioni sono quelle che portano a concentrarsi in modo verticale su un’attività ben precisa, come, ad esempio, una passione, una tendenza o una collezione. Solitamente, dunque, le fissazioni non sono patologiche, fino a che i pensieri continui e le energie incanalati in una sola direzione non finiscono per impedire al soggetto di dedicarsi ad altri ambiti della propria vita, come lavoro e famiglia, diventando, così, invalidanti.
Quali sono le ossessioni più comuni?
I pensieri ossessivi possono avere tematiche e natura molto variegate, ma ci sono dieci tipi di ossessioni che risultano essere molto comuni. Ecco quali sono:
- Ossessione da contaminazione
- Ossessione di danno
- Ossessione superstiziose
- Ossessione aggressive
- Ossessioni somatiche
- Ossessioni religiose, morali o blasfeme
- Ossessioni omosessuali
- Ossessione di ordine e simmetria
- Ossessioni sessuali e di pedofilia
- Ossessioni relazionali o sul tradimento
(Fonte: “La mente ossessiva”, di Francesco Mancini).
Cause dei pensieri ossessivi: come e perché nasce un pensiero ossessivo
Perché vengono i pensieri ossessivi?
Viviamo in una società iper controllante, che ci porta a illuderci e a desiderare di poter controllare qualsiasi aspetto della realtà. Questo, però, non basta a spiegare l’origine dei pensieri ossessivi, altrimenti sarebbero la norma e nessuno ne sarebbe esente.
Chi è solito cadere nel vortice delle ossessioni è, generalmente, un soggetto insicuro e incline ai sentimenti di colpa e alla paura di sbagliare. Ma, a parte questi generali tratti comuni, definire una causa certa dei pensieri ossessivi non è facile in quanto, alla loro base, coesistono motivazioni psicologiche, ambientali e genetiche.
Ma come nasce un pensiero ossessivo? Esso può insorgere a partire da da qualsiasi situazione normale, come un colloquio di lavoro, un esame o un contesto che impone di prendere una decisione, anche piccola. Il soggetto comincia a pensare in modo continuo e incontrollato a quella prova e le immagini di quello che succederà in caso di fallimento diventano costanti e intrusive, generando ansia e frustrazione che, a loro volta, infittiscono la trama dei pensieri ossessivi.
I pensieri diventano, così, incontrollabili e ricorrenti e tolgono lucidità e concentrazione.
In altri casi, i pensieri ossessivi possono avere a che fare con visioni e immaginazioni totalmente improbabili, come fantasie legate a disgrazie per le quali non vi è alcun reale segnale di imminenza.
Una qualsiasi fantasia negativa può trasformarsi in un’ossessione della quale chi ne è colpito non riesce più a liberarsi.
Diagnosi, conseguenze e comorbidità
I pensieri ossessivi possono essere un sintomo isolato, oppure far parte di una sintomatologia più complessa che richiede maggiore attenzione.
Pensieri ossessivi compulsivi e DOC
I pensieri ossessivi possono far parte di un quadro diagnostico riconducibile al Disturbo Ossessivo Compulsivo. In questo disturbo, accanto ai pensieri ossessivi, sono quasi sempre le compulsioni, ovvero dei comportamenti ripetitivi che vengono attuati per controllare le ossessioni stesse.
Il DOC può essere molto invalidante perché il soggetto perde molto tempo, concentrazione ed energie per gestire i propri pensieri e mettere in atto i propri rituali.
Pensieri ossessivi e depressione
I pensieri ossessivi peggiorano la qualità della vita di chi vi rimane intrappolato. Il Dipartimento di Neuroscienze, Sezione di Psichiatria, Università di Siena ha indagato, con uno studio specifico, i confini tra Disturbo Ossessivo Compulsivo e depressione, spiegando analogie e differenze di due patologie che, a volte, possono confondersi.
Come liberarsi dai pensieri ossessivi e dall’ansia
I pensieri ossessivi passano? Questa è una domanda che ricorre tra chi ne è vittima e che conferma, ancora una volta, la loro natura di intrusività, incontrollabilità e sgradevolezza.
La risposta al quesito è negativa, se ci si aspetta che i pensieri ossessivi si spengano da soli. Al massimo può cambiare la tematica del pensiero, ma il meccanismo sarà sempre lo stesso.
Fortunatamente, però, esistono diversi modi per tenere sotto controllo i pensieri ossessivi o per estirpare alla radice il meccanismo mentale da cui vengono originati.
Secondo una ricerca dell’Università di Cambridge, i pensieri ossessivi potrebbero essere spenti grazie ai neuroni GABAergici, ovvero neurotrasmettitori che, se altamente concentrati nella zona dell’ippocampo, favorirebbero il controllo di pensieri negativi e ossessivi.
Si tratta solo di uno degli studi che testimoniano come anche la ricerca stia facendo passi da gigante in materia.
Come fermare i pensieri ossessivi dati dall’ansia
Ecco tre modi semplici e naturali per combattere i pensieri ossessivi:
- Fiori di Bach: per chi è solito affidarsi ai Fiori di Bach, il White Chestnut, ricavato dai fiori dell’ippocastano, è un ottimo aiuto contro i pensieri circolari
- Meditazione contro i pensieri ossessivi: tre minuti di pratica al giorno, se si scelgono i giusti mudra e le posizioni corrette, possono abbassare i livelli di ansia e favorire un’uscita graduale dal loop dei pensieri ossessivi.
- Mindfulness: i pazienti, grazie a questa tecnica, imparano a vedere i pensieri come fatti oggettivi, indipendentemente dal loro contenuto. Ponendo l’attenzione sul respiro e sul momento presente, chi pratica la Mindfulness riesce, col tempo, a riconoscere, accettare e vedere sotto un aspetto diverso anche i pensieri più ricorrenti e indesiderati.
Cura dei pensieri ossessivi: dai farmaci alla terapia breve strategica
L’atteggiamento mentale e la pratica delle discipline sopra descritte possono essere di grande aiuto per tenere sotto controllo i pensieri intrusivi ma, quando questi diventano invalidanti per la vita quotidiana, occorre cercare un aiuto medico o psicologico.
Esistono diverse discipline e differenti approcci che, a seconda del caso specifico, possono risultate efficaci per eliminare la presenza di pensieri ossessivi. La terapia psicologica, se necessario, può essere coadiuvata da un’adeguata terapia farmacologica, se prescritta dallo specialista.
- La terapia cognitivo comportamentale: ha lo scopo di ridurre l’impatto emotivo dei pensieri ossessivi e di “rieducare” il paziente, accompagnandolo nel cambiamento delle proprie credenze e delle proprie abitudini
- La Terapia ERP (Prevenzione di Risposta e di Esposizione): un particolare tipo di terapia cognitivo comportamentale adatto a chi, oltre che dai pensieri ossessivi, è afflitto dalle compulsioni. Al paziente viene richiesto, durante la seduta, di focalizzarsi sulle sue ossessioni resistendo alla tentazione di compiere gli atti compulsivi. In questo modo l’ansia sale ma deve essere accettata e gestita fino ad estinguersi.
- Terapia Breve Strategica: una terapia che miraa guidare la persona a sperimentare volontariamente la perdita di controllo in varie aree della vita, per uscire così dal loop dei pensieri ossessivi.