Chiunque soffra di disturbi d’ansia sa quanto essi possano interferire con la qualità della vita: l’ansia si può manifestare in qualsiasi momento e pervadere la quotidianità, interferendo con l’umore, con le relazioni sociali e perfino con la capacità di portare a termine gli impegni quotidiani.
Desiderare una soluzione che possa essere efficace e priva di controindicazioni è perfettamente normale, così come il desiderio di poter risolvere ogni problema in tempi rapidi grazie a un rimedio dall’efficacia immediata. A questa esigenza alcuni sostengono possa rispondere l’omeopatia, una disciplina fondata su una particolare tipologia di rimedi naturali: vediamo più in dettaglio cos’è, in che modo interagisce con l’ansia e cosa la scienza ha dimostrato negli anni.
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Cause e sintomi dell’ansia
Per capire in che modo curare l’ansia, è fondamentale conoscere questo disturbo. L’ansia può essere definita come uno stato emotivo di allerta e paura, generalmente sproporzionato rispetto al reale pericolo oppure completamente slegata dalla presenza di minacce. A seconda della causa scatenante e delle caratteristiche del disturbo è possibile identificare diversi tipi di ansia, accomunati però da manifestazioni simili.
Questa condizione, indispensabile dal punto di vista evolutivo per predisporre il corpo alla fuga, induce una serie di reazioni fisiche che, nel caso del disturbo d’ansia, si manifestano anche quando non vi è nessun pericolo, con frequenza, intensità e durata variabile, condizionando la vita di chi ne è colpito.
Esistono diversi tipi di disturbi d’ansia, tutti riconducibili a tre principali tipologie di cause scatenanti. L’ansia, infatti, può insorgere in seguito ad un evento traumatico o a un conflitto psicologico irrisolto, a causa di ritmi di vita frenetici e molto stressanti; in seguito ad alterazioni dei neurotrasmettitori come l’eccessiva produzione di noradrenalina e la scarsa produzione di serotonina; oppure per fattori ereditari. Queste cause possono naturalmente concorrere allo sviluppo del disturbo ansioso.
È possibile individuare, inoltre, alcuni sintomi comuni delle diverse forme ansiose:
- un senso crescente di allarme e di pericolo, anche in assenza di pericoli
- il ricorso frequente di immagini, ricordi e pensieri negativi
- la messa in atto di comportamenti protettivi
- la sensazione di essere osservati e di essere al centro dell’attenzione altrui.
A questi si aggiungono una serie di sintomi fisici che possono presentarsi parzialmente, oppure tutti insieme:
- tensioni muscolari, che possono dare origine a dolori diffusi
- tremore
- sudorazione improvvisa ed eccessiva
- palpitazioni e tachicardia
- vertigini e senso di stordimento
- nausea
- formicolii alle estremità del corpo ed intorno alla bocca
- derealizzazione e depersonalizzazione.
Dal momento che, come visto, l’ansia è un disturbo con manifestazioni fisiche la cui origine è però di tipo emotivo, per poter curare l’ansia è fondamentale intervenire sulle cause scatenanti, affrontando un’adeguata terapia psicologica. I rimedi omeopatici, però, possono essere utili quantomeno per contrastare le manifestazioni fisiche dell’ansia? Continua a leggere per scoprirlo.
Cos’è l’omeopatia
L’omeopatia porta nel proprio nome la sua principale differenza con la medicina tradizionale: la definizione deriva dal greco homoios, simile, e pathos, malattia. Si rifà alla legge della similitudine già citata, nel corso della storia, da Ippocrate e Paracelso e si riferisce alla teoria secondo la quale una minima quantità della stessa sostanza che provoca sintomi negativi in un individuo sano possa servire a guarire proprio quei sintomi.
L’omeopatia è stata ufficialmente teorizzata nella prima metà del XIX secolo dal suo fondatore, il medico tedesco Samuel Hahnemann. Hahnemann elaborò un metodo di preparazione dei rimedi omeopatici basato sulla diluizione: il materiale di partenza viene immerso nella tintura madre, ovvero un liquido derivante dalla macerazione in alcol di sostanze vegetali, animali e minerali, e successivamente viene diluito in flaconi.
Questo processo di diluizione viene ripetuto oltre cento volte: a questo punto, della sostanza originaria rimane così scarsa traccia che è possibile ottenere rimedi omeopatici anche a partire da sostanze proibite in medicina. Da questa nozione già è possibile cogliere la scarsa affidabilità dei rimedi omeopatici: ulteriori studi che presenteremo in questo articolo ci aiuteranno a capire con maggiore chiarezza perché l’omeopatia non può essere una risorsa affidabile per curare l’ansia e i suoi sintomi psicosomatici.
Rimedi naturali contro l’ansia: l’ignatia amara
Un rimedio, in particolare, viene indicato come utile per combattere l’ansia secondo i principi omeopatici: si tratta dell’ignatia amara, considerata tossica a causa degli alti livelli di alcaloidi contenuti in essa. Questa pianta, infatti, può causare diversi sintomi di avvelenamento, tra i quali ansia, aumento eccessivo dei riflessi, problemi respiratori, difficoltà a deglutire, tachicardia, aumento della temperatura corporea, spasmi e forti contratture muscolari.
La tossicità dell’ignatia amara è tale da essere vietata per l’uso medicale e fitoterapico: è possibile utilizzarla soltanto in omeopatia, in quanto i principi attivi contenuti nella pianta sono talmente diluiti da non avere più alcun effetto. Alla luce di ciò, appare chiaro che anche se l’ignatia amara in omeopatia non presenta controindicazioni, è evidente che nemmeno può essere considerata un rimedio capace di avere un effetto positivo sull’organismo.
I fiori di Bach funzionano per l’ansia?
L’omeopatia si compone inoltre di una branca che negli ultimi anni è stata oggetto di crescente popolarità: è la floriterapia, in particolare l’insieme di rimedi omeopatici denominati Fiori di Bach. I Fiori di Bach prendono il nome dal medico che ne ha teorizzato il funzionamento intorno all’inizio del secolo scorso, Edward Bach. Convinto che nei fiori si concentrasse tutta l’energia vitale delle piante, Bach giunse ad individuare 38 rimedi ottenuti a partire dai fiori di altrettante specie vegetali.
Per la produzione dei Fiori di Bach, i boccioli venivano posti nell’acqua e al sole per alcune ore. Successivamente, il liquido ottenuto veniva filtrato e diluito con brandy, per conservane inalterate le proprietà. Oggi le tecniche di produzione possono essere più articolate, ma di fatto anche nei Fiori di Bach non sono presenti quantità di principio attivo tali da giustificare una qualsiasi reazione fisica da parte dell’organismo.
Diversi studi scientifici hanno dimostrato, nel tempo, la non validità di questi rimedi. In particolare segnaliamo uno studio, condotto dai ricercatori Harald Walach, Christine, Rilling e Ursula Engelke che indaga proprio il rapporto tra i Fiori di Bach e l’ansia.
Lo studio è stato condotto attraverso un protocollo riconosciuto di valutazione dell’ansia (TAI – G) su diversi pazienti, per determinare la tipologia e l’intensità del disturbo. Il test ha poi coinvolto pazienti suddivisi in gruppi, per confrontare gli effetti della somministrazione dei rimedi omeopatici e dei placebo. In entrambi i casi, i risultati sono stati uguali: i test hanno dimostrato che non vi sono effetti positivi attribuibili ai Fiori di Bach, se non – anche in questo caso – un effetto placebo.
L’effetto placebo è una reazione psicofisica che si verifica quando si è convinti del potere curativo di un rimedio o un farmaco, sia esso reale o no. La convinzione che grazie al farmaco si avrà un imminente miglioramento, infatti, induce una maggiore produzione di sostanze analgesiche, antidolorifiche e che migliorano il tono dell’umore, come endorfine e adenosina. Le quali, in effetti, provocano sensazioni piacevoli e mitigano la percezione del dolore.
Ne deriva il fatto che il paziente percepisce un miglioramento, che però non ha a che fare con la reale risoluzione della patologia in atto: l’effetto placebo è molto utile in medicina ma non può sostituire terapie che vadano effettivamente a curare le problematiche in corso, ansia compresa. Se non si agisce sulla causa scatenante, infatti, e non si modificano i processi cognitivi che portano alla manifestazione ansiosa, il sollievo sarà breve e il problema tornerà a presentarsi in modo ricorrente.
Omeopatia, attacchi di panico ed effetto placebo
L’effetto placebo spiega quindi perché una persona soggetta ad attacchi di panico possa trovare parziale sollievo nell’assunzione di rimedi omeopatici. L’attacco di panico è una manifestazione ansiosa molto intensa, con sintomi fisici altamente debilitanti, che possono includere:
- Tachicardia
- Sudorazione improvvisa ed eccessiva, sudore freddo
- Brividi di freddo o vampate di calore improvvise
- Tremori
- Insensibilità e formicolio al volto o agli arti
- Sensazione di soffocamento o asfissia, difficoltà a respirare
- Dolore o fastidio al petto
- Dolori diffusi
- Sensazione imminente di morte e terrore.
Questi sintomi possono emergere all’improvviso, anche quando non si hanno segnali premonitori e non ci si trova in uno stato particolarmente ansioso. I rimedi omeopatici vengono consigliati per fermare questi sintomi negativi prima che essi possano manifestarsi appieno, fermando l’attacco e, più in generale, mitigando lo stato ansioso che può provocarlo.
Di fatto, può capitare che assumere i rimedi omeopatici freni l’attacco di panico dal manifestarsi completamente: questo, però, ha poco a che fare con l’effetto della sostanza appena assunta e molto con l’effetto placebo, ovvero con le sostanze analgesiche e calmanti naturalmente prodotte dal corpo nel momento in cui ci convinciamo di aver assunto un rimedio.
Dal momento che gli attacchi di panico sono una manifestazione del disturbo ansioso, l’unico modo efficace per evitare che essi continuino a presentarsi peggiorando la qualità della vita e avendo effetto invalidante è quello di intraprendere un adeguato percorso psicoterapeutico per curare l’ansia che genera gli attacchi.
Rimedi omeopatici per l’ansia: cosa dice la scienza
Nel corso degli anni sono stati condotti diversi studi per comprendere la relazione tra omeopatia e ansia e per individuare i reali effetti dei rimedi omeopatici sull’uomo. Gli effetti positivi, però, emergono in modo troppo vago per poter essere attribuiti a qualcosa che non sia l’autosuggestione: ad oggi gli studi confermano che l’omeopatia non ha alcun effetto terapeutico a lungo termine, né sull’ansia né su alcun altro tipo di disturbo.
Uno studio del 2003 pubblicato sul Complementary Therapies in Medicine, ad esempio, si è concentrato sugli effetti del rimedio omeopatico Argentum Nitricum, un rimedio omeopatico al quale sono attribuiti effetti positivi sui disturbi d’ansia. La ricerca, condotta in Australia coinvolgendo un campione di studenti universitari, ha messo a confronto un gruppo di individui ai quali è stato somministrato il rimedio omeopatico con un gruppo al quale è stato somministrato un placebo. Entrambi i rimedi sono stati assunti due volte al giorno, per quattro giorni.
Al termine del test non sono emerse alcune differenze nei livelli d’ansia del gruppo curato con ansiolitici omeopatici e del gruppo curato con placebo: lo studio ha confermato l’assenza di correlazione tra l’Argentum Nitricum e il livello d’ansia manifestato dai pazienti. I miglioramenti, solitamente, sono in linea con i risultati ottenuti tramite la somministrazione di placebo e hanno un effetto dal tempo limitato, esclusivamente sul sintomo.
Così come i placebo non possono essere considerati la base di una terapia per un qualsiasi disturbo, ne consegue che anche i rimedi omeopatici non possono essere considerati una cura sulla quale basare l’intero percorso terapeutico per contrastare l’ansia e tutti i sintomi correlati.
L’efficacia dell’omeopatia è dunque strettamente correlata a quanto la persona è convinta di poter migliorare la propria condizione grazie alla sostanza assunta. Si tratta, in ogni caso, di un sollievo temporaneo provocato esclusivamente dalle risorse già possedute dall’organismo e dunque estremamente limitato.
Nulla di diverso, insomma, dal potere rilassante delle piacevoli abitudini che si possono adottare per rilassarsi, come un bel bagno caldo, un buon libro o un po’ di musica. Per questo, non è possibile considerare l’omeopatia come una cura per eliminare in modo definitivo l’ansia e le sue manifestazioni.
Le controindicazioni dell’omeopatia
Dal momento che i rimedi omeopatici sono diluizioni degli ingredienti principali così blande che non contengono più traccia dei principi attivi, i rimedi omeopatici non possono avere effetti positivi sul corpo umano. Allo stesso modo, non possono avere effetti negativi. Affermare che questi rimedi per l’ansia non hanno effetti collaterali o controindicazioni, però, è corretto solo in parte.
Rivolgersi all’omeopatia per curare l’ansia significa di fatto non curarla affatto, lasciando che il disturbo ansioso e tutti i suoi sintomi si radicalizzino, divenendo sempre più ricorrenti e invalidanti. Anche la frustrazione di non riuscire ad arginare il problema può avere ricadute negative, dando maggiore potere all’ansia e facendola percepire come un disturbo impossibile da superare. Con la perdita di fiducia, anche i risultati delle terapie appropriate rischiano di richiedere più tempo per manifestarsi.
Al contrario, intraprendere una terapia adeguata e sfruttare i rimedi più efficaci per curarla permetterà inizialmente di percepire la possibilità di gestirla, dando maggiore sicurezza, per poi arrivare alla conoscenza delle cause e dei processi cognitivi alla base del disturbo e all’eliminazione definitiva dell’ansia.